La Legge per Tutti Srl - Sede Legale Via Francesco de Francesco, 1 - 87100 COSENZA | CF/P.IVA 03285950782 | Numero Rea CS-224487 | Capitale Sociale € 70.000 i.v. Monica Lambrou, Repubblica Milano Focus Studi Legali – Il successo cresce con la soddisfazione delle esigente dei propri clienti – Avv. Vediamo qual è l’orientamento dei giudici. Se un fatto costituente reato è commesso per ordine dell’Autorità, del reato risponde sempre il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine.Risponde del reato altresì chi ha eseguito l’ordine, salvo che, per errore di fatto, abbia ritenuto di obbedire ad un ordine legittimo. 1362 c.c., comma 1, sia perché il testo negoziale si riferisce ad “obblighi” e non ad “ordini” di servizio, sia perché l’esecuzione di un ordine illegittimo impartito da un superiore gerarchico non può non equivalere alla violazione degli obblighi contrattualmente assunti circa il rispetto delle norme interne legittimamente emanate, coerentemente con il principio secondo cui, nel rapporto di lavoro privato, non può trovare applicazione l’art. 7 St. These cookies do not store any personal information. Sopra il limite superiore del modulo di una funzione intera di ordine finito Giuseppe Bagnera 1 Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884-1940) … La Suprema Corte invece, ritiene che l’esecuzione di un ordine illegittimo impartito dal superiore gerarchico non basta di per sé ad impedire la configurabilità di una giusta causa di recesso, non trovando applicazione nel rapporto di lavoro privato l’art. ord. Secondo i criteri dettati dalle pronunce della Suprema Corte sulle quali ci si è soffermati supra, una situazione del genere sembrerebbe, tenute nel dovuto conto le singole circostanze del caso, dare la possibilità alla parte di comminare al lavoratore un licenziamento per giusta causa ex art. Penale della Corte di Cassazione ha chiaramente affermato che il rifiuto di eseguire un ordine illecito dato da un superiore è un dovere del lavoratore. Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. In tali casi l'art. c) e lett. Già condannati in primo e secondo grado, tanto il dipendente coinvolto quanto il responsabile del punto vendita presentavano ricorso presso la Suprema Corte che, però, confermava la precedente condanna ed anzi, rinforzava detta decisione sottolineando la responsabilità, sebbene derivata, del lavoratore, specificando la impossibilità a ridefinirne la conseguente pena in considerazione della sua funzione di mero esecutore materiale dell’ordine illecito, portato a termine in forza del solo rapporto di superiorità gerarchica della persona che lo aveva impartito. 51 c.p., stante l’assenza di un potere di supremazia, inteso in senso pubblicistico, del superiore riconosciuto dalla legge (cfr. Sebbene si tratti di due ambiti molto diversi, regolati da principi certamente differenti, è innegabile la connessione tra quanto appena esposto dal punto di vista penale e la chiara illiceità dell’ordine richiesto, in ambito civile e giuslavoristico, ai fini della possibilità – ad esempio – del dipendente pubblico di ricorrere al “diritto di rimostranza” (di cui supra); o, ancora, in merito alla valutazione dell’esistenza del requisito della conoscibilità della illiceità della condotta posta in essere dal dipendente, elemento tenuto in considerazione dai Giudici di legittimità nelle sentenze citate nei paragrafi precedenti. This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. lav., dell’art. 515 c.p., perché, in concorso […] Svolgimento del processo. Monica Lambrou, IL SOLE24ORE 19 OTTOBRE 2020 – AZIENDE, LA SFIDA DI ASSENZE NON PIANIFICATE – Avv. In una definizione di tal sorta sembra effettivamente rientrare la condotta di un lavoratore nel senso sinora discusso: eseguire un ordine illecito, per quanto impartito da un superiore, giustifica certamente il venir meno della fiducia che un datore di lavoro onesto ponga nei confronti del proprio dipendente che agisca in tal modo. Ma fin dove si spinge il rispetto delle direttive verticistiche? Ai sensi del D.P.R. SCRIMINANTI ED ESECUZIONE DI ORDINI L’Ordinamento ha previsto situazioni in presenza delle Responsabile sia nei confronti della legge – nel qual caso risponderà delle conseguenze penali delle sue azioni, per quanto poste su direttiva altrui – sia nei confronti dell’azienda presso cui lavora, ben potendo essere licenziato. 2014 c.c.) Con particolare riferimento all’ambito dell’impiego pubblico, esiste un istituto, il c.d. 51 c.p. Il dovere di rimostranza nel pubblico impiego. In caso contrario, la condotta penalmente rilevante, derivante dall’esecuzione dell’ordine illegittimo costituisce comportamento sanzionabile disciplinarmente, fino a dar luogo a giusta causa di licenziamento (nella specie, il lavoratore non aveva disatteso l’ordine illegittimo del superiore che, preso atto dell’imminenza dello spirare della prescrizione per la riscossione di imposte, aveva ordinato agli … Con la sentenza n. 3394/2017 la III Sez. Dallo scontro tra la fedeltà alla normativa e quella al proprio datore di lavoro, nasce una diatriba che ha interessato la recente giurisprudenza e la cui soluzione risulta di interessante epilogo per l’odierno approfondimento. Penale della Corte di Cassazione ha chiaramente affermato che il rifiuto di eseguire un ordine illecito dato da un superiore è un dovere del lavoratore.Il caso ha riguardato un lavoratore che si è visto condannare per il reato di Frode nell’esercizio del commercio” ex art. del 18 luglio 2018. che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e … Le differenze appena esposte trovano la propria ratio nella differente natura (privata e pubblica) dei datori di lavoro, tale circostanza è la ragione e giustifica le differenti motivazioni analizzate, infatti, nell’ambito di un rapporto di lavoro in cui il datore di lavoro sia un’azienda privata nessuna delle due parti ha una funzione di Autorità, con tutte le inerenti conseguenze. DIRITTO&PRATICA DEL LAVORO 44/2020 – CONTRATTI COLLETTIVI COMUNITARI: DISCIPLINA ED EFFICACIA – Avv. Se è vero che è diritto del dipendente disattendere un ordine illegittimo, è anche vero che, nel caso di disobbedienza, non rischia il licenziamento. da ult. lavoro n. 30122 del 21 novembre 2018. He is one of the world's top experts on Renaissance and the philosopher Giordano Bruno . 54, comma 4, lett. Ne consegue che il dipendente non è affatto obbligato a rispettare gli ordini illegittimi, anzi deve astenersi dal rispettarli, altrimenti ne è personalmente responsabile. Obbligo di obbedienza e di rispetto delle direttive del datore di lavoro o del superiore gerarchico: si rischia il licenziamento? Ovviamente, è opportuno tener conto, nel fornire un giudizio sul caso in argomento, della condizione soggettiva in cui si trovi il dipendente qualora il proprio superiore gli richiedesse di mettere in atto una condotta contra legem: se da un lato il lavoratore, in quanto cittadino, si sentirebbe in dovere di rispettare la legge, dall’altro il timore reverenziale scaturente dalla posizione di soggezione in cui si trova rispetto al proprio superiore lo porterebbe ad eseguire gli ordini di questi senza metterne in dubbio la provenienza, forse anche nella – come si vedrà in seguito – erronea convinzione che il rapporto di subordinazione possa proteggerlo da eventuali conseguenze della condotta illecita. Non per questo però il datore è libero di impartire qualsiasi tipo di comando. Angelo Greco e iscritta presso il Tribunale di Cosenza, N.G.R 243/2016 - N.R. Search the world's information, including webpages, images, videos and more. Il dovere principale del lavoratore subordinato è quello di prestare obbedienza, ossia rispettare le disposizioni impartite dal datore o dai suoi collaboratori per l’esecuzione e la disciplina del lavoro. 1362 c.c. trova la sua … Penale della Corte di Cassazione ha chiaramente affermato che il rifiuto di eseguire un ordine illecito dato da un superiore è un dovere del lavoratore. Lo scorso gennaio la Suprema Corte si è espressa su un caso di interesse per la tematica in argomento. La giurisprudenza si è spesso trovata a dare una risposta a tale quesito: dimostrazione questa di quanto spesso avvenga che un superiore si approfitti della propria posizione per violare la legge senza “sporcarsi direttamente le mani”. Consiglio di Stato n. 6208 del 15 dicembre 2008). Con la sentenza n. 3394/2017 la III Sez. sentenza Cass. n. 6208 del 15 dicembre 2008), chiarendone in qualche modo la natura. Si studia quando un processo di Markoff del primo ordine si può considerare derivato da un processo di markoff di ordine superiore a uno. ... Ordine del superiore – Natura illecita. Ordine illegittimo. La Corte, infatti, giudicava che la paura della ritorsione, posta come a giustificazione della condotta del dipendente, non aiuta la sua condizione: la disobbedienza, di fronte alla lettera della legge, resta obbligatoria. La Corte, tuttavia, ha ritenuto non giustificabile detto comportamento, condannando il dipendente al pagamento di una somma esorbitante a titolo di risarcimento nei confronti delle casse pubbliche. 54, comma 5, lett. In una definizione di tal sorta sembra effettivamente rientrare la condotta di un lavoratore nel senso sinora discusso: eseguire un ordine illecito, per quanto impartito da un superiore, giustifica certamente il venir meno della fiducia che un datore di lavoro onesto ponga nei confronti del proprio dipendente che agisca in tal modo. Sebbene la regola generale sia quella appena descritta, è opportuno sottolineare che alcune caratteristiche e modalità di fruizione di detto diritto – talvolta definito quale vero e proprio dovere in capo al dipendente – variano a seconda delle singole discipline approntate nei diversi Ccnl di riferimento. 51 c.p. c), Ccnl, per non avere l’odierna ricorrente ‘neppure ipotizzato che un danno di qualunque tipo sia conseguito alle condotte addebitate’ (cfr. Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. Pertanto, nei rapporti in cui sia vigente un vincolo di subordinazione, un ordine dovrà ritenersi illegittimo ogni qualvolta esso comporti la commissione di un reato o di un comportamento contrario a quelli normalmente richiesti all’interno di un sano rapporto lavorativo. Innanzitutto, egli deve rispettare, in generale, i doveri di buona fede e correttezza. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience. In primo ed in secondo grado, le Corti territorialmente competenti avevano dato ragione alla Società datrice di lavoro, respingendo l’impugnazione del licenziamento comminato alla dipendente per aver eseguito ordini illeciti ricevuti dal proprio superiore. pag. Lavoro - Cassazione Penale: se l’ordine del superiore è illecito la paura della ritorsione non aiuta, si deve disobbedire 21 Marzo 2017 ELSA Con la sentenza in esame la Cassazione conferma la responsabilità del dipendente che non disobbedisce né denuncia l’ordine illecito del superiore, ma anzi lo … È bene chiarire che per “ordine illecito” debba intendersi ciascuna direttiva, richiesta nell’ambito del rapporto lavorativo, intesa a richiedere l’esecuzione di una condotta antigiuridica, instillando nel dipendente la erronea convinzione di eseguire una richiesta lavorativa legittimata dal rapporto gerarchico intercorrente tra i soggetti coinvolti. Cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa alla Corte d’appello di Reggio Calabria, che provvederà anche sulle spese del giudizio di cassazione. Difatti, l’esecuzione di un ordine impartito dal superiore gerarchico non vale a scriminare la condotta del dipendente ove questi era in grado di rendersi conto della illegittimità dell’ordine, in quanto palese. 4 della sentenza impugnata), nemmeno poteva ipotizzarsi la riconducibilità della condotta contestata alla fattispecie della successiva lett. Difatti, secondo un risalente, ma ancora valido, indirizzo della giurisprudenza di legittimità, la scriminante di cui all’art. Una disciplina generica del c.d. 17, D.P.R. Sulla scorta di quanto esposto, dunque, appare lecito chiarire che il lavoratore non debba mai porre in essere un ordine che egli abbia motivo di ritenere illecito, in considerazione dell’attività normalmente svolta sul luogo di lavoro e sulla natura della prestazione stessa. Oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato. 51, comma terzo, Codice penale). Lavoro - Cassazione Penale: se l’ordine del superiore è illecito la paura della ritorsione non aiuta, si deve disobbedire 21 Marzo 2017 ELSA Con la sentenza in esame la Cassazione conferma la responsabilità del dipendente che non disobbedisce né denuncia l’ordine illecito del superiore, ma anzi lo … Con la sentenza n. 84/2017 la Corte di Appello di Bologna ha respinto il ricorso incidentale del lavoratore, accogliendo invece il ricorso principale della cooperativa FP, accertando la legittimità del licenziamento del … 54, comma 5, lett. È ancora più scontato ritenere che il datore di lavoro non possa impartire ordini che violino la legge, civile o penale che sia. Martina Linguerri, avvocato in Bologna. Come è noto, il rapporto di lavoro subordinato configura, in capo al dipendente, una serie di obblighi cui questi è tenuto nei confronti del proprio datore di lavoro. Secondo una recente ordinanza della Cassazione [3], è vero che il Codice penale [4] stabilisce che nessuno può essere punito per aver adempiuto a un ordine di un’autorità (a risponderne sarà eventualmente chi ha dato l’ordine), ma è anche vero che, nell’ambito del rapporto di lavoro privato, non esistono “autorità” in senso pubblicistico.
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